Il fumo passivo è un pericolo per il tuo Labrador?
La medicina preventiva ha ormai un ruolo consolidato sia in umana sia in veterinaria.
Alcune tematiche, come il tabagismo, ben note a causa dei rischi che comportano alla salute umana, uno però ancora poco conosciuta nel campo degli animali da compagnia.
Questa discrepanza è con tutta probabilità causata dal forte impatto che taluni argomenti hanno sulla salute pubblica e dal fatto che le conseguenze mediche negli animali d’affezione siano ancora poco indagate e sottostimate.
Risulta dunque fondamentale il ruolo di tutti gli operatori del settore affinché possano consigliare ai proprietari i migliori comportamenti preventivi e correttivi da mettere in atto in ambienti chiusi.
Il fumo passivo e i cani
Nell’uomo è accertato lo pericolosità del fumo attivo e passivo considerato in quanto è responsabile di patologie respiratorie, cardiovascolari e neoplastiche.
Cosa succede agli animali che condividono gli spazi vitali con proprietari tabagisti?
Chi inala tabacco inala solo 15% del fumo, la restante parte é dispersa nell’ambiente. Nel particolato che si sprigiona sono presenti 4.000 composti chimici 40 dei quali sono riconosciuti dalla comunità scientifica internazionale come agenti mutageni e cancerogeni, tra questi gli idrocarburi e i metalli pesanti.
Ogni singolo composto ha un proprio peso e, di conseguenza, si stratifica progressivamente all’interno della colonna d’aria, dai più leggeri in alto ai più pesanti verso il basso.
Cani e gatti, per ovvi motivi di stazza, respirano a un’altezza inferiore rispetto ai proprietari, ne consegue che anch’essi affrontano dei rischi che vanno dalle patologie respiratorie croniche fino a neoplasie.
Gli studi sui cani
Uno studio condotto dall’università Vasco De Gama in Brasile su 30 cani di razza Yorkshire, metà dei quali provenienti da case con almeno un consumatore di 20 sigarette al giorno, ha evidenziato in seguito a un semplice lavaggio tracheobronchiale, che i macrofagi, cellule deputate alla difesa, mostravano al loro interno segni di antracosi, ossia della deposizione di particelle di carbone e materiale proveniente direttamente dall’inalazione di fumo passivo.
Un’ulteriore conferma della penetrazione di questi composti nell’organismo dei cani si è avuta riscontrando nelle urine dei cani con proprietari fumatori, un composto, la cotinina, che deriva dalla trasformazione della nicotina inalata.
La semplice inalazione del fumo può incrementare di 2,5 volte la possibilità delle razze dolicocefale (con canna nasale medio-lunga come il Labrador), di sviluppare neoplasie nasali, al contrario le razze con il muso schiacciato e canna nasale breve (brachicefale), sono più soggette alle forme bronchiali e polmonari.
Non solo fumo passivo
In casa. Esistono due ulteriori pericoli legati al tabagismo che si insidiano sia nell’ambiente domestico sia nelle passeggiate giornaliere.
Molti cani, in particolare i soggetti giovani e in particolare modo i Labrador sono soliti ingerire ciò che trovano a terra senza fare uno grande selezione.
Nelle case dei fumatori questo si traduce in alcuni prodotti lasciati distrattamente incustoditi quali: tabacco da masticare, mozziconi di sigarette e tanto altro.
La nicotina in essi contenuto è un composto tossico e la diffusione sistemica che segue all’ingestione può causare un vero e proprio avvelenamento con sintomi variabili in base al prodotto e alla dose assunta.
Mentre nei fumatori l’assorbimento corporeo di nicotina è inferiore poiché per via respiratoria ne penetra solo una minima parte, negli animali da compagnia bisogna fare più attenzione.
La casistica tra i cani evidenzia come i cuccioli, a causa dello curiosità, sono gli individui più colpiti.
Nonostante ciò, tale avvelenamento, che può in alcuni casi limite mettere o rischio persino lo vita del soggetto colpito, non è comune poiché molti prodotti possiedono un sapore forte, aspro e poco appetibile.
Il pH acido dello stomaco, inoltre, non ne facilità l’assorbimento sistemico così come il vomito, sintomo spesso comune, ne favorisce l’eliminazione dopo l’ingestione.
All’aperto. Durante le passeggiate un’ulteriore insidia è rappresentata dai mozziconi gettati a terra che spesso si accumulano anche a causa del lungo tempo di degradazione pari a uno, due anni.
All’interno di questi residui è infatti presente il filtro che raccoglie e concentra al suo interno la maggior parte dei composti chimici presenti in una sigaretta.
Nonostante la capacità tossica dei mozziconi sia da molto tempo ben nota negli animali acquatici, un primo ampio studio scientifico americano, condotto grazie alle telefonate giunte alla linea telefonica di “American Poisoned Pets Support“, ha permesso di riconoscere, nel periodo di tempo 2005-2010, più di 800 casi di avvelenamento da nicotina nei cani di proprietà e 41 nei gatti.
La sintomatologia osservata può essere molto variabile e comprendere vomito, letargia, tremori, ipersalivazione e necessita di un rapido intervento del medico veterinario.
Un risultato sorprendente
Il forte legame affettivo del proprietario con il proprio cane può fungere da importante stimolo anche per migliorare lo stile di vita personale e spingere il fumatore a riflettere sui suoi comportamenti.